Il Comitato Pari Opportunità – CPO dell’ODCEC di Padova informa che è stato pubblicato il Report “Empowering women for the good of society: gender-based resilience”, anticipato a San Paolo del Brasile in occasione del Global Forum against racism and discrimination dell’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. L’obiettivo è fornire un quadro di riferimento per misurare la resilienza di genere attraverso l’analisi di indicatori legati alla tutela dei diritti umani e alla partecipazione femminile nell’educazione, nella scienza, nel lavoro e nella politica. La resilienza è definita come la capacità di un individuo o di una società di “resistere o riprendersi velocemente da una crisi”. La conclusione a cui giunge il Report è che tale capacità non può essere raggiunta senza garantire la parità di genere, perché i divari e le discriminazioni indeboliscono un Paese, riducendo le possibilità di adattarsi ai cambiamenti.
Il Report dedica particolare attenzione alla scarsa presenza delle donne nei settori come la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale (R&S dei dati e IA, cloud computing; ma anche autrici di articoli peer-reviewed su AI), che stanno modificando la nostra vita quotidiana.
Il Report evidenzia come questi divari abbiano origine negli stereotipi di genere: le donne sarebbero “naturalmente adatte” agli ambiti umanistici, mentre gli uomini sarebbero più portati per lavori tecnici e scientifici. Stereotipi che hanno un impatto sulle scelte del percorso di studio, riducendo la fiducia delle ragazze nelle proprie capacità e portando le famiglie a investire meno nell’educazione delle figlie. Anche l’occupazione femminile risente degli stereotipi di genere; tanto più quanto il carico per la conciliazione delle attività domestiche e di cura ricada sulle donne, che le porta a scegliere impieghi part-time, flessibili e con salari minori. Tali disuguaglianze in ambito lavorativo si traducono in un divario nelle pensioni percepite (gender pension gap), rendendo le donne anziane più vulnerabili e maggiormente esposte al rischio povertà.