I Comitati Pari Opportunità dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, rappresentati dal CPO Nazionale della categoria, esprimono la propria solidarietà nei confronti di Ahou Daryaei, la studentessa iraniana che lo scorso 3 novembre è stata arrestata a Teheran dopo essersi spogliata in seguito alle accuse di vestirsi in modo inappropriato, in particolare al modo in cui indossava il velo. La soluzione, ancora una volta, è stata quella di considerare la ragazza una malata psichiatrica e rientra in un modello di repressione in cui le rigide norme che regolano l’abbigliamento femminile rappresentano strumenti di controllo sociale e vengono utilizzate per mettere a tacere il dissenso.
A poche settimane dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra il 25 novembre, I CPO dei commercialisti sottolineano “la costante violazione dei diritti delle donne perpetrata in Iran dal 1978. Sono ormai decenni, infatti, che le iraniane combattono mettendo a rischio la propria vita, a volte sacrificandola direttamente, per chiedere l’uguaglianza di genere, pari diritti e opportunità. Le pari opportunità non devono essere solo parole, ma rappresentare una concreta azione che tutti gli Stati civili, o che si ritengono tali, devono mettere in atto”.
“Non bisogna più tacere, non bisogna più far finta di niente – concludono i CPO dei commercialisti –, ma diffondere le azioni di protesta messe in atto dalle donne iraniane per la conquista di una libertà che in Occidente è troppo spesso scontata e sottovalutata”.